Sono davvero tanti gli infermieri italiani trasferitisi nel Regno Unito in cerca di prospettive di vita e di lavoro migliori. Questa è l’esperienza di Danilo e Ilaria, una coppia di fidanzati, entrambi infermieri, partiti da Roma alla volta di Macclesfield, nel Regno Unito.
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Ciao Danilo e ciao Ilaria! Iniziamo subito con le domande: prima di partire avete cercato di capire le motivazioni di altri partiti prima di voi?
Sì, ci siamo informati chiedendo ad alcuni amici che si trovavano già in Inghilterra e che ci hanno dato conferma di quanto già pensavamo soprattutto a proposito della qualità del lavoro.
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Avete riscontrato particolari differenze con il sistema sanitario italiano?
Anche qui in Inghilterra il sistema sanitario è gratuito per i cittadini ma la grande differenza riguarda il medico di base: infatti nel Regno Unito è lui che organizza tutte le visite necessarie, compresi eventuali esami particolari come radiografie, ecografie o gli esami ematici.
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Avete avuto difficoltà ad ambientarvi con colleghi e superiori?
Non è stato facile all’inizio specialmente per via della lingua che è stata (e continua ad essere) ostica per certi versi. Comunque i colleghi ci hanno sempre aiutati ad ambientarci.
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Ci sono agevolazioni o benefici fiscali per chi svolge il lavoro di infermiere?
Non ci sono particolari agevolazioni o benefici fiscali per chi svolge il lavoro di infermiere; solo qualche convenzione con alcuni negozi ma, in ogni caso, riguarda tutto il personale che lavora per gli NHS TRUST e non solo gli infermieri. Ma i salari sono molto buoni:[su_highlight background=”#d5dbfe”]si parte da una base di £1.500 che può tranquillamente arrivare a £1.800 facendo qualche turno di straordinario e lavorando la domenica. Idem, facendo qualche turno di notte, lo stipendio si aggira sempre fra le £1.500-1.800.[/su_highlight]
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Pensate sia un’esperienza che arricchisca il curriculum?
Sicuramente arricchisce il curriculum anche se in Italia, al momento, il CV non pesa così tanto poiché si deve comunque vincere un concorso se si vuole lavorare in strutture pubbliche. Ma questa esperienza arricchisce di certo il curriculum di chi, come noi, vuole restare in Inghilterra.
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Ci sono buone possibilità per il futuro? Si tratta di un lavoro che si può fare “per sempre”?
Sì, ci sono buone possibilità per il futuro perché qui è molto semplice cambiare luogo di lavoro, addirittura ospedale! Basta fare una interview con i responsabili del personale e, se va bene, sei assunto.
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Qualche consiglio su come scrivere un curriculum efficace?
Il curriculum deve essere scritto ovviamente in inglese e deve essere il più semplice possibile. Gli inglesi, infatti, guardano molto all’aspetto pratico delle cose (attività lavorative e tirocini vari) più che a quello teorico (laurea e master).
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Qual è il livello di lingua più adatto per cavarsela?
[su_highlight background=”#d5dbfe”]Certamente un C1/C2 sarebbe l’ideale per non avere troppi problemi.[/su_highlight]In più questi sono i livelli minimi soprattutto adesso che è stato inserito l’esame di lingua obbligatorio per i candidati.
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Quali sono i costi iniziali relativi al trasferimento?
Questo dipende dall’agenzia di reclutamento a cui ti affidi. Noi, per esempio, abbiamo avuto solo il viaggio come costo iniziale perché l’agenzia ci ha fornito 3 mesi di accomodation a proprie spese. Abbiamo conosciuto altri italiani che, invece, hanno pagato oltre al viaggio anche l’accomodation mandando tramite bonifico un cospicuo anticipo dall’Italia.
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Chi pensate possa aiutare chi parte?
Le risorse online sono senz’altro utili ma non sempre veritiere. Chi ti può veramente aiutare è chi è partito prima di te!
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