Sappiamo bene quanto, per fare carriera, sia consigliabile aver fatto una esperienza di lavoro all’estero; questa non solo migliora nettamente le prospettive lavorative ma aumenta anche le opportunità di essere notato da un reclutatore. Sì perché sempre più aziende, sia in Italia che all’estero, preferiscono candidati che vantano esperienze di lavoro, di studio e di vita fuori dal paese;[su_highlight background=”#d5dbfe”]persone aperte al cambiamento, agli altri, al viaggio, alla scoperta e al diverso e che non temono di mettersi in gioco.[/su_highlight]Tuttavia non è sempre facile fare un’esperienza di questo tipo, soprattutto se si è donna: dalla ricerca «Grandi donne crescono… all’estero!» commissionata da Valore D, infatti, emerge che le lavoratrici preferiscono fare una esperienza abroad all’inizio della propria vita lavorativa poiché risentono dei condizionamenti culturali e delle difficoltà di conciliazione tra ruolo familiare e realizzazione professionale. Ma non è tutto: infatti dallo studio emerge che molte donne, davanti ad una offerta lavorativa all’estero, rinunciano poiché i benefici sarebbero inferiori alle difficoltà dovute soprattutto dalla difficoltà di conciliare carriera e famiglia.
Alcune delle problematiche più sentite e difficili da gestire sarebbero: la difficoltà di conciliare il proprio trasferimento con il lavoro del partner (66,7%), le esigenze dei figli (24%) ma anche le difficoltà relative ad un eventuale rientro. Ma ciononostante le donne che emigrano all’estero ci sono e sono sempre di più: cercano riscatto, opportunità e maggiori chance; in particolare cercano un lavoro che le soddisfi e le gratifichi! Si sa che, purtroppo, il nostro paese è ancora caratterizzato da una certa disparità di genere a livello lavorativo… e allora dove vanno le donne italiane che lasciano il nostro paese? Quali sono le mete che preferiscono?
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Dove vanno le donne che emigrano all’estero?
Le mete preferite dalle lavoratrici che si trasferiscono all’estero per motivi professionali sono quelle europee (scelte dal 55,3%) e quelle statunitensi (39,3%).[su_highlight background=”#d5dbfe”]Per le italiane in partenza le nazioni ideali sono Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Irlanda, Nuova Zelanda e Danimarca.[/su_highlight]Si tratta, infatti, di paesi nei quali esiste una minore disparità di genere, come sottolineato dal “Global gender Gap report,” una relazione che esamina la disparità uomo/donna quanto a salari, accesso a lavori qualificati, livello di istruzione, potere politico, sanità etc.
Donne all’estero: le basi
Partire non è mai una scelta facile ed essere prese in considerazione da recruiter e aziende non è una passeggiata: oltre a doti personali di un certo tipo sono necessarie anche qualità professionali specifiche e competenze dettagliate. In più ci sono alcune accortezze di base davvero indispensabili:[su_highlight background=”#d5dbfe”]per prima cosa occorre essere in possesso di un buon curriculum vitae (scritto in un ottimo inglese) e di una altrettanto valida cover letter.[/su_highlight]In seconda battuta sarà importante sapersi districare tra i tanti annunci disponibili online e offline senza cadere in truffe ed evitando gli annunci poco seri. Se vuoi evitare scocciature, potresti pensare di affidarti ad un’agenzia specializzata nella gestione di personale straniero oppure rivolgerti ad aziende italiane con sedi e uffici all’estero.
Donne all’estero: quali sono le professioni più cercate?
Ma quali sono i lavori più gettonati dalle donne all’estero? Secondo la già citata ricerca le donne all’estero operano principalmente nella ristorazione, nella moda ma anche nel settore dell’insegnamento e, infine, intraprendono la carriera di ricercatrice. Secondo una recente ricerca, infatti, i settori nei quali vi è la maggiore richiesta e che coinvolgono i nostri connazionali all’estero, sono: servizi (11%), marketing (8%) e formazione (6,2%); settore informatico (4,7%), ingegneria (4%), vendite (3,8%) e management (2,6%). Ma non è raro imbattersi anche in offerte di lavoro nei settori amministrativi, della ristorazione, sicurezza, turismo, nel settore bancario, della logistica, della moda, sanitario e legale.
Ricercatrici: Biologia, chimica e geologia sono solo alcuni fra i settori di ricerca più gettonati fra le donne italiane all’estero. La situazione dei ricercatori italiani è già drammatica al di là della differenza di genere: ogni anno sono migliaia le ricercatrici italiane che, dopo essersi laureate in Italia, si aggiudicano fondi per la ricerca in atenei stranieri. Qui, finalmente, riescono ad esprimere e a vedere riconosciuto tutto il loro potenziale. Si stima che i ricercatori italiani (uomini e donne) all’estero siano circa 12mila ma che potrebbero diventare 30mila entro il 2020: insomma, il 12,9% di coloro i quali hanno conseguito nel 2008 e nel 2010 un titolo di studio universitario in Italia, vivono all’estero stabilmente.
Insegnanti: Forse non lo sai ma all’estero la lingua e la cultura italiane sono molto apprezzate! I centri di cultura italiana sparsi in giro per il mondo ne sono la dimostrazione e molto spesso cercano personale docente per le proprie attività e per le proprie classi di studenti.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Se il tuo sogno è quello di insegnare l’italiano attivati per tempo e cerca di capire quali siano gli specifici esami e le certificazioni richieste.[/su_highlight]
Impiegate nel settore moda: Sono davvero molte le italiane esperte del settore moda che all’estero hanno fatto fortuna, a dispetto di un’accoglienza in patria davvero poco calorosa.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Lo stile e la moda italiani sono davvero molto amati all’estero![/su_highlight]Un esempio? Chiara Ferragni, per esempio; la più famosa fashion blogger e stylist del mondo in questo momento! Ma all’estero si cercano anche sarte e modelliste che sappiano coniugare ottime doti tecniche ad uno spiccato senso estetico… di impianto italiano!
Operatrice sanitaria/infermiera: Non si contano le operatrici sanitarie e le infermiere che, annualmente, decidono di spostarsi all’estero in cerca di maggiori opportunità e stipendi più alti. L’unica accortezza è quella di[su_highlight background=”#d5dbfe”]informarsi prima di partire a proposito della procedura burocratica di iscrizione all’Albo del paese di riferimento.[/su_highlight]
Giornalista: Lavorare come inviato da un paese straniero è il sogno di molte donne (e altrettanti uomini) che operano nel settore giornalistico. Ovviamente per fare questo lavoro il requisito fondamentale è conoscere bene la lingua parlata nel paese in cui ci si sposta. Anzi, il più delle volte non è sufficiente conoscere solo una lingua ma è necessario conoscerne più di una!
Operatrice del settore ristorazione: Non si tratta solo di un lavoro consigliato a studenti o a chi cerca un lavoretto in attesa di qualcos’altro. Lavorare in pub, ristoranti e bar non è così semplice come sembra: si devono avere doti personali e si deve aver maturato esperienza sufficiente.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Sono sempre di più le donne all’estero che hanno iniziato facendo la cameriera e che, in breve tempo, sono diventate manager del locale che le aveva assunte.[/su_highlight]Per riuscire in questo, però, si devono anche avere doti manageriali, saper gestire il budget, conoscere la legislazione in materia di sicurezza, di diritti dei lavoratori, si deve saper organizzare un magazzino e fare ordini.
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