Manca poco: siamo alle porte delle elezioni americane, un evento di grande importanza e che cattura l’attenzione di tutto il mondo. Anche se le elezioni USA non ci coinvolgono direttamente, il loro esito è infatti cruciale anche per l’Europa dato che influenza l’economia globale, la sicurezza internazionale, la lotta al cambiamento climatico e il dibattito culturale e tecnologico. La scelta del presidente USA ha ripercussioni che vanno ben oltre i confini nazionali, ed ecco perché è importante conoscere le regole del gioco, i principali candidati alle presidenziali americane e le relative posizioni.
Elezioni presidenziali USA: quali sono partiti
Ogni quattro anni, per mezzo di un processo elettorale che ha caratteristiche uniche e complesse, gli americani scelgono il loro presidente. Un aspetto distintivo del sistema politico americano è la predominanza dei due maggiori partiti, vale a dire il Partito Democratico e il Partito Repubblicano.
Anche se negli USA esistono altri partiti, come il Partito Libertario o il Partito Verde, la struttura politica e il sistema di voto americano tendono a favorire principalmente questi due. I Democratici, associati al colore azzurro e al simbolo di un asino, generalmente portano avanti politiche progressiste, come il sostegno ai diritti civili e all’ambiente; al lato opposto i Repubblicani, simboleggiati da un elefante e dal colore rosso, che si orientano più verso il conservatorismo, con un approccio basato sul libero mercato e su valori sociali tradizionali.
Grandi elettori, swing states e collegi delle elezioni USA
Per comprendere le elezioni americane, è fondamentale capire il meccanismo del Collegio Elettorale. Negli Stati Uniti, infatti, il presidente non viene eletto direttamente dai cittadini, ma attraverso i voti dei cosiddetti “grandi elettori”, che si riuniscono nel Collegio Elettorale. Ogni Stato ha un numero di grandi elettori proporzionale alla sua popolazione, per un totale di 538 elettori: stati molto grandi e popolosi come la California e il Texas contano rispettivamente 58 e 40 grandi elettori, mentre i più piccoli come Alaska, Delaware, Vermont o Wyoming ne hanno 3.
Per vincere le elezioni, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali, cioè la maggioranza. Quando i cittadini votano per un candidato, in realtà stanno scegliendo i grandi elettori che lo sosterranno nel Collegio Elettorale. La maggior parte degli Stati applica la regola del winner-takes-all: il candidato che ottiene più voti popolari in uno Stato si aggiudica tutti i suoi voti elettorali.
Questo sistema rende particolarmente importanti alcuni Stati chiamati swing states o “Stati in bilico”, come la Florida e la Pennsylvania, dove le preferenze politiche degli elettori possono variare da un’elezione all’altra. Questi Stati sono spesso decisivi per il risultato finale delle elezioni presidenziali, e proprio per questo attirano un’attenzione speciale dai candidati, che investono molte risorse in campagne mirate a conquistare gli elettori incerti.
Perché ci interessano le elezioni americane?
Il sistema elettorale americano presenta anche alcune curiosità interessanti. Per esempio, ogni Stato ha la propria regolamentazione sulle modalità di voto, con differenze per quanto riguarda la registrazione degli elettori, il voto anticipato e il voto per corrispondenza.
Un altro aspetto unico delle presidenziali americane è la possibilità di votare anticipatamente tramite l’early voting o tramite le absentee ballots, schede postali usate da chi vive all’estero o non può recarsi alle urne il giorno delle elezioni. Una tradizione che fa parte della politica americana è lo spoils system, che permette al partito vincitore di nominare i propri sostenitori in ruoli amministrativi importanti, creando una struttura di lealtà politica all’interno del governo.
Il sistema del Collegio Elettorale e la predominanza di due grandi partiti offrono garanzie di stabilità politica, poiché semplificano le scelte elettorali e rendono il processo più diretto. Tuttavia, questa configurazione presenta anche alcune criticità: gli elettori che non si identificano nei due partiti principali spesso sentono di avere poche alternative, e il sistema winner-takes-all può far sì che i voti dei candidati perdenti in ogni Stato non influenzino il risultato finale. Questo è uno dei motivi per cui negli Stati Uniti si discute spesso sulla possibilità di riformare il sistema elettorale per renderlo più rappresentativo.
Seguire le elezioni presidenziali americane è semplice anche per noi europei: i principali canali di notizie come CNN, BBC e i maggiori quotidiani americani offrono aggiornamenti in tempo reale e analisi approfondite, mentre sui social network molto spesso è possibile partecipare a conversazioni e dirette. Le elezioni USA, oltre a essere interessanti per l’impatto globale, rappresentano un’ottima occasione per mettere a frutto le proprie lezioni di inglese: leggere articoli, guardare i dibattiti e seguire i commenti degli esperti aiuta a migliorare la comprensione della lingua e ad arricchire il vocabolario, soprattutto sui temi di attualità e politica internazionale.
Erika A. – Teacher