Personalmente sono da sempre molto interessata a modi alternativi di viaggiare e fare nuove esperienze, oggi ne propongo uno che unisce al desiderio di scoperta di nuovi mondi e culture un’indispensabile propensione alla solidarietà: i campi di volontariato all’estero. Non nasconderti dietro la motivazione “non so fare niente che potrebbe essere di aiuto”! Scopri quanti tipi di campi esistono e lasciati stuzzicare dall’ideuzza di fare un viaggio straordinario, per te e per gli altri!
Cosa sono
Si tratta di progetti organizzati da enti e associazioni differenti, con caratteristiche molto diverse a seconda dei vari ambiti e luoghi di svolgimento, ma tutti accomunati da alcuni caratteri: il volontario è una persona che non cerca protagonismo ma che si mette al servizio degli altri con una forte motivazione e perseveranza, uno spiccato spirito di comunicazione e cooperazione e, infine, la voglia di scoprire una cultura diversa nel rispetto e nella volontà di integrazione.
Requisiti
Nella maggior parte dei casi non sono richieste ne’ capacità specifiche ne’ certificati di competenze; normalmente vengono chiesti impegno e forte dedizione (quindi niente scuse!). In cambio il volontario vive un’esperienza di crescita personale molto intensa nella cornice di una nuova cultura e in un ambiente totalmente diverso da quello agiato dal quale solitamente proviene. Il campo è un’occasione per conoscere le persone più diverse, non solo del luogo, ma anche altri volontari provenienti da tutto il mondo. Proprio per questa grande eterogeneità è spesso consigliata una conoscenza base della lingua inglese, per poter mettere in contatto tutti i partecipanti al progetto.
Qual è il campo giusto per te?
I problemi affrontati dai campi spaziano da quelli legati al sociale, a quelli relativi alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali, all’insegnamento delle lingue come spinta all’emancipazione degli individui e apertura al resto del mondo. Per esempio, non servono titoli per insegnare inglese a classi di bambini africani, sud-americani o del sud-est asiatico, bastano conoscenza di base, altruismo, un po’ di pazienza e al resto penseranno i tutor che guidano passo passo ogni volontario durante il suo percorso.
I progetti legati all’ambito sociale interessano problemi di varia natura e non solo nei paesi in via di sviluppo come si tende a pensare. Non è raro, infatti, che anche nelle economie avanzate vengano organizzati piani di aiuti alle persone svantaggiate, ad esempio attivando servizi di micro credito o di formazione (non solo professionale, anche tutoraggio di base nella stesura di un cv ad esempio, o preparazione al colloquio di lavoro).
Anche per quanto riguarda l’ambiente, i campi vengono organizzati per risolvere problemi diversi, dalla classificazione di specie a rischio, all’educazione ambientale in chiave ecologica, alla salvaguardia di foreste, ambienti marini ecc.
Anche la durata dell’esperienza è variabile: si va da un minimo di due settimane (perfette per chi ha in mente di mettersi in gioco in una vacanza diversa) a progetti che richiedono un impegno più esteso, fino ad un anno.
Perché scegliere questo tipo di esperienza?
Chi partecipa ad un campo di lavoro torna a casa sempre con qualcosa in più. Che siano amicizie, nozioni e conoscenze circa una realtà diversa dalla propria, ci sarà sempre qualcosa da raccontare e ricordare. Nella maggior parte dei casi, un campo di volontariato è un’esperienza che ci aiuta a riconsiderare noi stessi e la nostra scala di valori alla luce di una nuova consapevolezza, sicuramente più profonda di quando si è partiti.
Opinioni di chi ha vissuto un progetto di volontariato all’estero
Chi ha effettivamente partecipato ad un campo di volontariato all’estero ne è rimasto entusiasta. Ecco le testimonianze di due ragazze che si sono affidate a Projects Abroad (una delle prime organizzazioni a livello internazionale per il volontariato all’estero, nata in Inghilterra). Silvia Borgiattino ha insegnato inglese in una scuola a Madurai in India, Laura Povolo in Costa Rica, ad Heredia.
E’ chiaro, due settimane non cambiano la vita, né la tua né dei ragazzini della scuola dove andrai a lavorare, forse non saranno neppure sufficienti per guadagnarti lo ‘status’ di volontario a tutti gli effetti. Ma anche se passano così in fretta, sono comunque abbastanza per lasciare tracce indelebili nella tua vita, ricordi che a distanza di mesi non sbiadiscono, rimangono vividi e continuano ad emozionare. Istantanee: il caldo e il caos di Madurai, al mio arrivo a metà agosto, le mucche che attraversano placidamente la strada e che uno si immaginava, chissà perché, appartenessero a quell’India da documentario che si vede in Tv. Ma anche, e soprattutto, i bambini della scuola di Madurai, dove ho insegnato inglese, il loro affetto e il loro sorriso contagioso, a costo di cadere nello stereotipo più trito. E Lakshmi, la direttrice, che ha fortemente voluto e creduto in questa scuola per dare un’opportunità di crescita e di formazione, anche ai bambini, e soprattutto alle bambine, provenienti dalle famiglie più disagiate. Scuola nata con cinque o sei studenti e che adesso è frequentata da circa 180 bambini. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per la sua accoglienza, per avere permesso a me, a Nathan e a Philip, gli altri due volontari che hanno lavorato con me in quel periodo, di dividere con lei e le altre maestre, uno spaccato di India quotidiana.
Silvia
(…) ho affiancato per 4 settimane la maestra di inglese nella scuola elementare di Mercedes Sur, a pochi minuti a piedi dal mio alloggio. E’ stata un’esperienza davvero gratificante: i bambini, vivaci ma molto affettuosi, si sono affezionati fin da subito e oltre a essere interessati di per sé alla materia, erano molto emozionati sapendo di poter conoscere una persona che veniva da così lontano e non perdevano occasione per farmi mille domande. L’insegnante che affiancavo inoltre è sempre stata gentile e disponibilissima, mi ha coinvolto in qualsiasi attività e mi ha persino permesso di insegnare ad alcune classi da sola. Inoltre mi ha affidato individualmente una bambina in modo che la aiutassi a prepararsi per la gara regionale di “Spelling” in inglese (…) Ai futuri volontari quindi consiglio di mettersi in gioco perché nel mio caso è stata davvero un’esperienza unica e formativa sotto ogni punto di vista: se l’idea del progetto era quella di andare lì a insegnare, credo in realtà di essere io ad aver imparato più di tutti!
Laura
Per le testimonianze integrali:
Silvia Borgiattino
Laura Povolo
Per ulteriori informazioni e qualsiasi curiosità, ti consiglio di consultare il sito www.projects-abroad.it dove troverai tutte le informazioni che ti servono per intraprendere un progetto come quello di Silvia e di Laura. ti renderai anche conto della vastità dell’offerta che questi campi propongono in diversi ambiti di interesse.
Mettiti in gioco! Anche se non credi di avere le competenze giuste, esplora tutte le offerte e scoprirai opportunità sorprendenti!