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Ciao Danilo. Iniziamo con una piccola presentazione; raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, quanti anni hai e di cosa ti occupi al momento?
Mi chiamo Danilo, vengo da Roma, ho 34 anni e sono infermiere. Al momento lavoro in Inghilterra.
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Da quanto vivi all’estero? E come ti trovi?
Da 4 mesi vivo a Macclesfield, una piccola città a circa mezz’ora da Manchester; abito insieme alla mia ragazza, Ilaria, anche lei infermiera. Ci troviamo benissimo!
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Come mai sei partito per l’Inghilterra? Che lavoro facevi in Italia? Eri soddisfatto?
Direi che a portarmi in Inghilterra è stata soprattutto la necessità di trovare un lavoro e la possibilità di uno stile di vita migliore. In Italia ho lavorato per 9 anni (dal 2006) come autista/barelliere presso l’Azienda Regionale Sanitaria ARES 118 con un contratto a tempo indeterminato. Circa 3 anni fa mi sono laureato in Scienze Infermieristiche e[su_highlight background=”#d5dbfe”]qui è iniziato il calvario: la ricerca di un posto di lavoro come infermiere in Italia è un’utopia![/su_highlight]Nel frattempo ho anche preso un master in Coordinamento, con la speranza di avere più possibilità di trovare un impiego; speravo che, con l’avvento del Giubileo della Misericordia, la situazione (almeno a Roma) si sbloccasse e magari si presentasse la possibilità di un concorso che mi consentisse di lavorare, finalmente, come infermiere. Ma purtroppo ciò non è avvenuto o, meglio, sono stati assunti alcuni infermieri ma con un contratto a tempo determinato (solo per un anno): tutto questo mi ha portato a cercare lavoro proprio in Inghilterra.
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Quindi qual è stato il motivo principale che ti ha spinto a partire?
Volevo migliorare il mio profilo professionale e volevo assolutamente lavorare come infermiere.
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Il tuo titolo di studio italiano è stato immediatamente riconosciuto in UK o hai dovuto sostenere esami?
Sì, il mio titolo di studio è stato immediatamente riconosciuto; ho solo dovuto aspettare che il collegio degli infermieri inglese mi registrasse. Non ho dovuto sostenere nessun esame però,[su_highlight background=”#d5dbfe”]a inizio 2016, è entrata in vigore una norma per cui il personale medico straniero dovrà sostenere un test di lingua inglese.[/su_highlight]
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Come hai trovato il tuo attuale posto di lavoro? Qualcuno ti ha dato delle dritte? Avevi dei contatti?
Mi sono affidato a un’agenzia di reclutamento del personale e Ilaria, la mia fidanzata, mi ha dato delle dritte per redigere tutti i documenti (in quanto lei li aveva già prodotti l’anno precedente) da inviare al NMC, il collegio degli infermieri. Finchè loro non ti registrano non puoi lavorare in piena autonomia ma puoi farlo solo sotto la supervisione di un altro infermiere.
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Quali sono i documenti che ti hanno permesso di lavorare?
Per lavorare non ho avuto bisogno di documenti specifici ma ho dovuto munirmi di casellario giudiziario, address proof, titoli di studio e carta di identità. Il tutto va presentato sia in lingua italiana (tramite copia originale) che tradotto in lingua inglese (e autenticato dal Tribunale e dalla Prefettura di Roma).
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Come sono i contratti di lavoro per infermieri in Inghilterra?
Molto buoni![su_highlight background=”#d5dbfe”]Gli infermieri sono ben retribuiti e la qualità del lavoro è molto diversa rispetto all’Italia.[/su_highlight]Già, perché in Inghilterra hanno una diversa organizzazione nella gestione del paziente: oltre all’infermiere ci sono, infatti, molte altre figure di supporto al paziente e questo migliora il livello assistenziale. Inoltre, prima di iniziare a lavorare in piena indipendenza in reparto, io e gli altri colleghi assunti insieme a me, abbiamo fatto 2 mesi di training grazie ai quali abbiamo avuto un impatto graduale con la nuova realtà (lavorativa e culturale). Ho notato che tutti tengono molto alla nostra integrazione e ci seguono continuamente: questo ti fa sentire meno perso e meno abbandonato a te stesso.
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Qual era il tuo livello di inglese quando sei arrivato? Hai avuto difficoltà con la lingua? Ti sei ben integrato con i colleghi?
Quando sono partito il mio livello di inglese era un B2 e, nonostante ciò, ho avuto delle difficoltà specialmente nel rapportarmi con i colleghi e con i medici: infatti un conto è studiare e parlare l’inglese in una scuola, in Italia e un conto è parlarlo, scriverlo e capirlo qui, in Inghilterra. Bisogna tenere conto dei vari accenti e degli slang delle persone che si incontrano in reparto;[su_highlight background=”#d5dbfe”]il personale all’interno dell’ospedale è multietnico: ci sono molte persone che vengono dalle Filippine, dalla Spagna, dall’Italia, dall’India e dall’Europa orientale e questo comporta ulteriori difficoltà linguistiche.[/su_highlight]
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Hai progetti per il futuro? Resterai a Macclesfield?
Per almeno un anno vorrei rimanere qui e poi trasferirmi in un ospedale più grande. Rimanendo, però, sempre in UK.
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Una cosa che ti piace del vivere in Inghilterra e una cosa che non ti piace.
Mi piace la qualità della vita e soprattutto il fatto che qui è tutto molto meno caotico; tutto ha i suoi tempi. Una cosa che non mi piace? I negozi chiudono troppo presto!
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Cosa consiglieresti ai tanti italiani come te che sognano di lavorare all’estero?
La prima cosa è avere una buona preparazione per quanto riguarda l’inglese; poi cercare sempre di migliorarsi. E, cosa fondamentale, bisogna avere tanta pazienza quando si devono produrre tutti i documenti necessari per partire perché non è facile ma, alla fine, ne vale la pena!