Lei si chiama Kiara, è italiana e, dal 2012, vive e lavora nella Big Apple più amata e sognata del pianeta: infatti è a New York che ha aperto una sua agenzia turistica per italiani e proprio a loro propone visite guidate e tour personalizzati in giro per NYC (ma non solo).
Ciò che subito colpisce di Kiara è la sua enorme disponibilità, il suo grande entusiasmo e la sua carica travolgente: doti fondamentali per chi svolge una professione come la sua. E qualità importanti se si è una giovane e intraprendente ragazza che ha avuto il coraggio e la forza di avviare un’attività lontana chilometri e chilometri da casa propria.
Oggi Kiara è qui “virtualmente” per raccontarci la sua storia e spiegarci come è nata l’idea della sua agenzia, NewYorkCity4All.
Guida turistica a New York: la storia di Kiara
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Ciao Kiara. Iniziamo con una piccola presentazione; raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, quanti anni hai e di cosa ti occupi al momento?
Hi! Sono Kiara, una ragazza dal sangue 100% italiano (per metà marchigiano e per l’altra metà siciliano) che, nonostante le proprie origini, si sente molto cittadina del mondo! Sono nata in provincia di Verona e all’età di 6 anni mi sono trasferita nelle Marche dove ho vissuto fino al raggiungimento della maggiore età; ho un diploma al liceo scientifico e una laurea in Comunicazione e Marketing conseguita presso la facoltà di Lettere di Perugia. [su_highlight background=”#d5dbfe”]Al momento sono la capa di me stessa e mi occupo, ormai da più di 2 anni, della mia agenzia, New York City 4 All,[/su_highlight]come se fosse un bambino; NYC4ALL è, infatti, un’agenzia per italiani che arrivano nella Grande Mela per studio, lavoro o per piacere (ovviamente ha base a New York); offre principalmente servizi turistici (ma anche di accompagnamento nonché personalizzati) a NYC ma anche in altre grandi città americane come Boston, Washington DC, Miami, Los Angeles e San Francisco.
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Da quanto vivi in America e come ti trovi?
Vivo a New York dal gennaio 2012, quindi da 4 anni e 4 mesi e direi che gli aspetti positivi e negativi della vita qui si bilanciano ma, in linea di massima, mi trovo bene. Al momento sento che è questa la città che fa per me: NY ti mette alla prova in continuazione, è ricca di stimoli e, come spesso si sente dire, non dorme mai… ma, seriamente, non si addormenta proprio! Basta passare a Times Square alle 4 di notte e sembra giorno pieno; si può fare la spesa alle 3 di notte in un Deli o in una farmacia (alcune sono anche supermercati); oppure si possono usare le palestre alle 2 del mattino (molte offrono servizio h24)… assurdo, no?!
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Quali sono stati gli step che ti hanno portata a New York? E qual è stato il motivo principale che ti ha spinta a partire?
New York è una città di cui, a dir la verità, non ero innamorata. Il mio è stato un procedimento inverso rispetto a quello tipico delle persone che arrivano qui: me ne sono innamorata follemente solo con il tempo e ci è voluto un po’. Ci sono arrivata seguendo la persona che pensavo sarebbe stata con me tutta la vita (ma in realtà c’è stata solo 6 anni); poi ognuno ha preso la sua strada: lui ha lasciato NYC ed io, invece, sono rimasta.
Ma, in realtà, da sempre sento dentro di me quello che in molti chiamano travelbug, la mania dei viaggi. Questa, forse, è dovuta al fatto che, già all’età di 18 mesi, ero in un aereo direzione USA (con la mia famiglia) oppure è stato per via di mio padre che vedevo partire decine volte all’anno per lavoro: da brava figlia ho seguito le sue orme.
In realtà prima degli States avevo già vissuto all’estero: ho studiato all’Università di Leeds per un anno all’età di 22 anni e poi, tornata in Italia, mi sono laureata e sono ripartita, stavolta per Amsterdam. L’Olanda era per me un paese molto affascinante e che mi attraeva da morire, soprattutto a livello musicale (proprio nei Paesi Bassi, infatti, è nata la mia musica preferita, la Trance, musica elettronica melodica). Ma è stata anche la mia passione sfrenata per la bici a portarmi ad Amsterdam: non è un caso se qui a NYC ho una cruiser verde menta che ho portato con me alla 5 Boro Bike Tour, la maratona di bici che si svolge ogni anno la prima domenica di maggio. Il percorso è lungo 40 miglia (circa 64km) e si snoda attraverso tutti e 5 i borough di NYC: Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island. È stata una bella soddisfazione aver partecipato ed essere arrivata alla fine!
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Adesso hai una tua agenzia con la quale aiuti gli italiani in vacanza in USA a vivere un’esperienza unica. Come è nata l’idea e, di preciso, cosa proponi ai tuoi clienti?
L’idea è nata per caso, nell’ottobre 2011, durante una visita al mio ragazzo di allora che viveva già qua. Una coppia di amici era venuta a NYC in viaggio di nozze e, per quel poco che sapevo allora di questa grande metropoli, mi sono ritrovata ad essere il loro “Cicerone newyorkese”: da una battuta mi sono venute mille idee in testa!
[su_highlight background=”#d5dbfe”]In concreto offro servizi turistici di guida a NYC ed accompagnamento in tutti gli USA;[/su_highlight]propongo alcuni tour che ho creato personalmente: Harlem, Brooklyn, Queens, Curiosità etc. Ma dò anche la possibilità ai clienti di creare tour personalizzati; vendo pass per attrazioni (citypass, NewyorkPass, Go select); organizzo escursioni a Washington, Boston, Philadelphia, Cascate del Niagara; progetto giri in elicottero e tour per gruppi; aiuto i ragazzi ad iscriversi a corsi d’inglese (infatti collaboro con la Embassy e a volte gli studenti che si iscrivono tramite la mia agenzia hanno diritto a degli sconti).
In più mi capitano molte famiglie con bambini che mi chiedono di creare percorsi personalizzati per i più piccoli.
In tutto questo ho dei collaboratori che lavorano part time e sono molto bravi, precisi, puntuali, onesti e appassionati al lavoro che svolgono. Ma lavoro anche con molte agenzie di viaggio in Italia, una a Miami a cui tengo particolarmente (la USA Welcome) e con una importante compagnia americana del Vermont per tour musicali a NYC e nel mondo. In più collaboro a distanza anche con guide indipendenti nel mondo che, come me, hanno provato a farsi strada a colpi di idee: abbiamo voglia di aiutarci l’uno con l’altro e insieme[su_highlight background=”#d5dbfe”]stiamo cercando di creare una rete di guide italiane nel mondo per facilitare l’organizzazione di viaggi ed avere una piattaforma su cui i turisti possano trovare utili informazioni di viaggio[/su_highlight](Turisti per Praga, Berlin Kombinat, Mondo Aeroporto, viaggiaregratis.eu, viaggiaredasoli.net).
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Come si diventa guida turistica in USA?
Per diventare guida autorizzata è necessario sostenere un esame al DCA (Department of Consumer Affairs). Io ho dato l’esame presso l’ufficio che si trova esattamente davanti al famoso toro di Wall Street. La prova dura 2 ore e si compone di 150 domande: ci sono diversi libri da studiare ma… volere è potere. E ce l’ho fatta!
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Hai avuto bisogno di documenti specifici per lavorare? Come hai risolto la questione del visto?
Il visto l’ho ottenuto attraverso la ditta del mio ex che mi ha sponsorizzata ovvero ha fatto da garante per me. Per lavorare, invece, c’è bisogno del Social Security Number (necessario per lavorare) e della Employment Card (una carta rilasciata solo agli stranieri e non ai cittadini americani).
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Hai detto che collabori con la Embassy e che molti studenti si affidano a te per l’iscrizione ai corsi d’inglese. Come funziona questo servizio?
Per prima cosa questo servizio si rivolge a tutti gli studenti interessati e non ci sono limiti di età; gli studenti si iscrivono a corsi di inglese della durata minima di una settimana, 20 ore a settimana. Il costo d’iscrizione, indipendentemente dalla lunghezza del corso, è di $150 e i prezzi per i corsi d’inglese partono da un minimo di $300 a settimana. La scuola è molto valida e all’avanguardia, gli insegnanti sono competenti e al termine del training si riceve un attestato; inoltre è capitato che alcuni studenti della scuola si siano trovati così bene che abbiano poi iniziato a collaborare con la Embassy che li ha addirittura assunti full time: ovviamente non capita a tutti ma se c’è impegno e buona volontà, con l’inglese si può arrivare lontano!
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Hai l’impressione che, rispetto all’Italia, in USA ci siano più possibilità? Che percezione hai del tuo futuro lavorativo e personale?
[su_highlight background=”#d5dbfe”]Sicuramente sì, qui ci sono più possibilità e, soprattutto, c’è più meritocrazia.[/su_highlight]Per esempio capita che le aziende diano la possibilità di dimostrare il proprio valore e le proprie competenze anche a candidati che non hanno una laurea in quel settore specifico ma che magari hanno fatto buona impressione durante il colloquio!
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Qual era il tuo livello di inglese quando sei partita la prima volta? Inizialmente hai avuto difficoltà?
Io parlo inglese ormai da diverso tempo: quando ero piccola i miei mi facevano vedere spesso cartoni animati in inglese, ho una zia e alcuni parenti in Ontario (Canada) e, da quando ho 10 anni, vado a trovarli spesso anche per praticare la lingua. Ho studiato per un anno all’università di Leeds in Inghilterra ed ho sempre avuto la passione per le lingue quindi mi sono interessata allo studio dell’inglese anche da autodidatta. A New York non ho avuto difficoltà linguistiche perché ero già stata esposta allo slang americano della mia famiglia in Canada e dei film in lingua originale che ho guardato per tanto tempo.
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Hai progetti per il futuro? Resterai in America?
Il futuro è sempre incerto perciò… chi lo sa?! Probabilmente resterò a NYC per i prossimi 2/3 anni poi vedremo dove mi porterà il destino.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Di idee ne ho 500 al minuto e c’è anche il progetto di ampliare l’azienda ed “esportarla” in altre città del mondo![/su_highlight]
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Una cosa che ti piace del vivere a New York e una cosa che non ti piace.
Mi piace tantissimo sentirmi libera di essere me stessa, di esprimere ciò che sono vestendomi in modo diverso ogni giorno senza essere squadrata dalla testa ai piedi perché “sono diversa” o perché non seguo la moda.[su_highlight background=”#d5dbfe”]A New York ognuno è veramente un individuo unico nel suo genere![/su_highlight] Mi piace anche condividere il cibo e le storie con i miei amici internazionali: infatti una volta al mese ci riuniamo e organizziamo pranzi, cene o brunch di cucina autentica; la persona che è in carico quel giorno può scegliere un posto con cucina tipica e autentica del proprio paese. L’ultimo incontro l’abbiamo avuto in un locale colombiano a Jackson Heights, nel Queens.
Una cosa che non mi piace?[su_highlight background=”#d5dbfe”]Non mi piace come questa giungla o “mela marcia” (come la chiama mio fratello) risucchia l’umanità delle persone; a volte odio il suo ritmo frenetico e il non potermi fermare a riflettere un attimo a causa degli impegni e del lavoro.[/su_highlight]Per questo cerco, quando posso, di fuggire per qualche giorno. Insomma, la grande mela è una città molto impegnativa: la si ama e la si odia contemporaneamente.
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Pensi che New York sia la meta giusta per chi sogna un futuro all’estero? Com’è vivere lì? E a chi la consiglieresti?
New York è sicuramente una città piena di opportunità lavorative e stimoli quindi potrebbe essere una meta giusta per chi sogna un futuro all’estero. Ma anche Seattle potrebbe esserlo!
Se si viene qui in vacanza tutto sembra uscito da un (bellissimo) film; vivendoci, però, si scoprono entrambi i lati della medaglia.
Per quanto riguarda il costo della vita direi che NYC è piuttosto costosa, soprattutto a livello di affitti; per quanto riguarda il cibo, invece, ce n’è per tutte le tasche!
A chi la consiglierei? Non credo ci sia un target preciso:[su_highlight background=”#d5dbfe”]New York è un po’ per tutti. Per i coraggiosi, per chi ha voglia di azzardare, di osare e sicuramente per chi non ha timore di “combattere”.[/su_highlight]
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Hai un suggerimento da dare ai tanti italiani che sognano di lavorare e vivere all’estero?
Il consiglio spassionato è:[su_highlight background=”#d5dbfe”]provarci! Non abbiate paura di fallire perché il fallimento peggiore sta proprio nel non averci mai provato.[/su_highlight]Se non andrà bene non importa: tu saprai di esserti impegnato e magari ti si apriranno nuove opportunità da un’altra parte. Mai dire mai!
Vorrei concludere con un aforisma di Mark Twain che credo calzi a pennello:
[su_quote]Tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto.[/su_quote]
Perciò, carpe diem!
With Love.
Kiara.
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