È proprio vero: se c’è una cosa nascosta, segreta, celata e che sarebbe bene non disvelare o cercare di scoprire ad ogni costo… stai pur sicuro che questa sarà scoperta e pubblicizzata ovunque! Un po’ come le raccomandazioni della mamma: “non aprire la porta”, “non mangiare la cioccolata”, “non scartare il regalo”; se una cosa è vietata o non la si può fare/scoprire/mostrare, la natura umana ci costringerà a farla/scoprirla/mostrarla.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Insomma, è il gusto del proibito![/su_highlight]
Oggi sono soprattutto i nuovi media (per esempio, Facebook, Twitter, WhatsApp) che ci permettono di conoscere praticamente tutto di tutti e in tempo reale: so cosa ha mangiato la mia vicina di casa per cena, quante vasche ha fatto in piscina ieri sera, con quali parole ha lasciato il fidanzato e magari dove ha incontrato quello nuovo. Quindi stupisce parecchio rendersi conto che, in questo panorama sovraccarico di informazioni, esistono ancora dei segreti: per esempio,[su_highlight background=”#d5dbfe”]chi è Banksy?[/su_highlight]Un’identità segreta quella del grande artista conosciuto in tutto il mondo per le sue opere e non certo per la sua vita privata o per la sua faccia; il più grande writer e graffiti artist del nostro tempo[su_highlight background=”#d5dbfe”]ci piace proprio perché non conosciamo niente di lui se non le sue opere provocatorie, graffianti e di denuncia sociale.[/su_highlight]
Geographical Profiling
L’unica cosa certa era la sua provenienza: Bristol; perché proprio qui, 20 anni fa, erano comparse le sue prime opere. E poi… il segreto ha smesso di essere un segreto: i tabloid britannici e mondiali si sono accaniti in cerca della faccia e del vero nome di Banksy e l’alone di mistero è un po’ svanito.
Adesso è ufficiale: una università del Regno Unito ha reso noto proprio il mese scorso uno studio che ha coinvolto matematici, criminologi e profiler geografici che hanno elaborato una teoria interessante sull’identità dello street artist più misterioso e più famoso del mondo.
La ricerca ha analizzato la posizione geografica di circa 140 opere di Banksy fra Londra e Bristol e poi si è passati alla mappatura di “punti importanti” nelle biografie di alcuni “sospettati”: un pub, una casa a Bristol, tre case a Londra e un parco. Da questo geographical profiling sembra emergere un nome:[su_highlight background=”#d5dbfe”]Robin Gunningham, nato a Bristol nel 1973 e già associato da alcune testate inglesi nel 2008 a Banksy.[/su_highlight]
Personalmente spero che tutto ciò sia solo una bufala… in caso contrario la leggenda dietro al grande artista andrebbe un po’ offuscandosi… e tutto per colpa della nostra irrefrenabile curiosità!
Tuttavia se la storia di Banksy ti ha incuriosito o se desideri da sempre saperne di più sul mondo della street art, devi assolutamente conoscere il vocabolario del graffiti artist!
SPRAY PAINT (o aerosol paint): cioè i colori spray contenuti in bombolette pressurizzate.
TAG: è lo pseudonimo di ogni graffiti artist, la sua firma, il suo nickname!
MURAL: è l’aggettivo che identifica un dipinto realizzato su una parete.
GUERRILLA ART: è una branca della street art e utilizza l’arte (in particolare i graffiti) come forma di protesta e spunto di riflessione riguardo tematiche sociali e politiche.
VANDALISM: ciò che spesso viene associato alla street art e ai graffiti; il vandalismo.
STENCIL: il termine lo usiamo anche in italiano e identifica una sorta di “maschera” di plastica o altro materiale che permette di riprodurre e colorare determinate figure.
ROLLER: non è altro se non il rullo, quell’attrezzo che permette di colorare grandi superfici in breve tempo.
Si tratta certamente del vocabolario essenziale ma, con un po’ di pratica e con questi termini “in tasca” potrai davvero cimentarti nella realizzazione di graffiti e murales in giro per la città (magari negli spazi autorizzati e non dove capita!).