Hai mai sentito parlare di Kwanzaa? È una festività. Ma sai quando cade? E quali sono le sue origini?
Kwanzaa è una festa ideata nel 1966 da Maulana Karenga, un leader del movimento per i diritti degli afroamericani negli States. Nel 1965 è stato uno dei fondatori dell’organizzazione US, gruppo diventato famoso per i suoi scontri (anche violenti) con quello delle Pantere Nere.
Quando si festeggia?
[su_highlight background=”#d5dbfe”]Questa festività dura 7 giorni, ogni anno dal 26 dicembre fino al primo gennaio.[/su_highlight]
Cosa si festeggia?
Maulana Karenga istituì la festa con lo scopo di[su_highlight background=”#d5dbfe”]far riavvicinare le comunità afroamericane statunitensi alle loro radici culturali africane.[/su_highlight]Nonostante questo Kwanzaa non è celebrata in nessun paese dell’Africa. La festa nasce con il solo fine di far riscoprire le proprie origini e le proprie radici agli afroamericani statunitensi e non aveva (almeno in origine) alcuna finalità religiosa; questo nonostante la prossimità temporale della ricorrenza con il nostro Natale. Tuttavia oggi alcune comunità cristiane di afroamericani organizzano celebrazioni all’interno delle chiese.
Perché Kwanzaa?
Il nome Kwanzaa deriva dalla lingua swahili o kiswahili (assai diffusa in Africa centrale) e significa (con una sola “a”, quindi Kwanza) “primo frutto”.
Come si festeggia?
Originariamente la festa prevedeva di dedicare ciascuno dei sette giorni a un diverso “principio”: in lingua swahili Umoja, Kujichagulia, Ujima, Ujamaa, Nia, Kuumba e Imani che corrispondono a “unità”, “autodeterminazione”, “lavoro e responsabilità collettiva”, “economia cooperativa”, “scopo”, “creatività” e “fede”.
Il simbolo principale della festa è costituito da[su_highlight background=”#d5dbfe”]sette candele colorate che vengono accese una per sera, durante tutta la settimana.[/su_highlight]
- Umoja: è il principio che aiuta a mantenere l’unità nella famiglia e nella comunità;
- Kujichagulia: è l’autodeterminazione che consente di essere responsabile e di parlare per se stessi;
- Ujima: è il principio che regola il lavoro collettivo fatto per costruire e mantenere una comunità;
- Ujamaa: è la cooperazione economica, messa in atto per aiutare gli altri;
- Nia: è lo scopo primario, quello che permette di costruire e sviluppare la comunità per il bene di tutti;
- Kuumba: corrisponde alla creatività che consente di lasciare una comunità migliore alle generazioni future;
- Imani: è il principio che permette di credere in qualcuno (nei genitori, nelle guide, nei leader).
Durante la festa di Kwanzaa viene accesa una candela al giorno e posta su uno speciale candelabro detto Kimara e che rappresenta i 7 principi. Questo portacandele è posto su una speciale stuoia tradizionale fatta di paglia e detta mkeka; sulla stuoia sono posizionate tante spighe di grano quanti sono i bambini presenti all’interno della famiglia.
Un altro simbolo importante è il cesto di frutta, detto mazao, insieme a una tazza speciale che simboleggia l’unità e dalla quale ogni membro del gruppo deve bere. In più ogni famiglia decora la propria casa con i colori tipici della festa:[su_highlight background=”#d5dbfe”]per esempio si utilizzano molto il rosso, il verde e il nero che rappresentano i colori della bandiera africana.[/su_highlight]
In occasione di Kwanzaa è tradizione farsi dei regali, gli Zawadi, che vengono scambiati durante l’ultimo giorno di festeggiamenti.
La festa oggi
La festa di Kwanzaa ha avuto grande successo nelle comunità afroamericane statunitensi proprio a partire dagli anni Settanta. Questa ricorrenza si è ben radicata anche nella cultura popolare: il New York Times se ne occupò per la prima volta nel 1971 e anche le poste statunitensi celebrarono la festa dedicandole ben due francobolli.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Tuttavia negli ultimi anni la diffusione delle celebrazioni sembra essere drasticamente diminuita, soprattutto fra le giovani generazioni.[/su_highlight]