Il campo delle HR è vasto, variegato e altamente competitivo. Ma offre anche interessanti opportunità a chi ha voglia di lavorare fuori dal Paese… magari in un ambiente multinazionale! Questo è proprio ciò che è successo a Delia, una ragazza intraprendente che, dopo un corso d’inglese, è riuscita a coronare il suo sogno: fare un’esperienza all’estero. Per la precisione nella bellissima Ginevra.
HR a Ginevra: la storia di Delia
-
Ciao Delia! Iniziamo con una piccola presentazione; raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, quanti anni hai e di cosa ti occupi al momento?
Ciao sono Delia: ho 28 anni, vengo da Catania, ho frequentato l’Università a Padova e ho lavorato per 5 anni a Milano nel campo delle HR. Al momento vivo e lavoro in Svizzera, a Ginevra.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Mi occupo di ricerca e selezione di profili professionali qualificati: quindi faccio colloqui, incontro clienti e mi occupo delle negoziazioni commerciali… in poche parole parlo con la gente![/su_highlight]
-
Da quanto vivi in Svizzera e come ti trovi?
Mi sono trasferita a Ginevra lo scorso aprile, quindi sono solo 6 mesi che vivo qui ma non posso per niente lamentarmi. A Ginevra (e in Svizzera in generale) la qualità della vita è molto alta, tutti i servizi sono molto efficienti e non manca proprio nulla.
-
Qual è stato il motivo principale che ti ha spinta a partire?
Negli anni in cui ho vissuto a Milano ho sempre lavorato in realtà multinazionali ma non ho mai avuto un vero contatto con l’estero.[su_highlight background=”#d5dbfe”]A 28 anni mi sono resa conto di avere questo grosso gap a livello professionale e personale, quindi ho deciso che era tempo di fare il salto.[/su_highlight]E poi sono convinta che la Svizzera possa offrirmi tanto, senza però “allontanarmi” troppo da casa.
-
Sono necessari documenti specifici per lavorare in Svizzera?
In Svizzera, se ci si trasferisce già con un impiego, si può richiedere il permesso di lavoro che viene concesso dall’Ufficio Cantonale dopo aver visionato tutti i documenti relativi al contratto di assunzione. Per gli europei che vivono a Ginevra questo permesso di lavoro si chiama “Permesso B” e viene richiesto direttamente dal datore di lavoro; dura 10 anni. Se, invece, ci si trasferisce senza un lavoro si può richiedere un permesso di soggiorno temporaneo.
-
Hai l’impressione che, rispetto all’Italia, dove sei adesso ci siano più possibilità ?
Le possibilità qui in Svizzera non mancano ma è inutile dire che anche questa nazione (come il resto del mondo) sta risentendo un po’ della crisi e delle diverse variazioni economiche a livello globale.[su_highlight background=”#d5dbfe”]Tuttavia qui ci sono molte aziende internazionali e soprattutto c’è tutto il sistema bancario che punta ai giovani per crescere e rinnovarsi.[/su_highlight]
-
Qual era il tuo livello di inglese quando sei partita? Inizialmente hai avuto difficoltà ?
Il mio livello di inglese era un B1/B2: non avevo problemi a scrivere o comprendere ma ero molto bloccata nello speaking. Inizialmente le difficoltà ci sono state, soprattutto perché il mio diretto Manager è irlandese e alcuni colleghi inglesi, quindi si tratta di madrelingua con un forte accento! Successivamente mi sono buttata e, facendo molti errori e qualche gaffe, sono molto migliorata… tanto che ormai non ho problemi a fare meeting e telefonate in lingua!
-
Pur trovandoti a Ginevra, quanto è importante la conoscenza della lingua inglese? E quanto questo incide sulla tua vita quotidiana professionale e personale?
La Svizzera è una nazione veramente interculturale e internazionale. Nonostante a Ginevra la lingua ufficiale sia il francese, capita molto spesso di sentire parlare inglese per la strada; poi io lavoro per lo più con persone inglesi quindi la lingua che più utilizzo è senz’altro l’inglese.
-
Hai progetti per il futuro? Resterai in Svizzera?
Il futuro è un bel punto interrogativo! Non so se rimarrò in Svizzera ma sicuramente intendo capitalizzare al massimo questa esperienza… quindi ancora passeranno un bel po’ di mesi prima di ripartire. In ogni caso l’esperienza all’estero lascia il segno e anche nel caso volessi tornare in Italia, è un bagaglio che nessuno mai potrà portarmi via.
-
Una cosa che ti piace del vivere a Ginevra e una cosa che non ti piace.
Ginevra come città mi piace: è carina, piccola, familiare ed amichevole; si sta bene qui. Come prima esperienza all’estero ho preferito una città in cui fosse facile ambientarmi, piuttosto che fare il salto in una grande metropoli come Londra, Parigi o New York.
A livello culturale, però, devo ancora abituarmi bene: non mi piacciono, per esempio, i ritmi a volte troppo lenti. Mi spiego:[su_highlight background=”#d5dbfe”]in Svizzera tutti credono nel work-life balance, che è un bene assolutamente da preservare ma che, a volte, mette un freno non indifferente ai processi lavorativi![/su_highlight]
-
Hai un suggerimento da dare ai tanti italiani che sognano di lavorare e vivere all’estero?
Non per essere esterofili ma vivere e lavorare all’estero dà una marcia in più a livello personale, mentale e professionale. I consigli non sono mai sufficienti e ognuno vive la propria esperienza in maniera autonoma e del tutto personale; l’unico suggerimento che mi sento di dare è quello di informarsi prima su qualsiasi cosa: anche i blog che si trovano in giro su Internet sono una fonte essenziale di informazione fornita da coetanei che raccontano le proprie esperienze. Il consiglio più importante è quello di[su_highlight background=”#d5dbfe”]seguire l’istinto e non la paura: ogni cambiamento porta incertezza ma è l’unica fonte di crescita e apprendimento.[/su_highlight]