Tanti progetti, tantissima voglia di realizzarli tutti, a cominciare dall’inglese: per viaggiare, per coltivare i propri interessi e perché no, anche per soddisfazione personale! Questo è il racconto di Luca Dal Corso, che ci dimostra che impegno e dedizione portano davvero lontano, che sia trasformare una passione in lavoro o parlare un fluente inglese con qualcuno dall’altra parte del mondo. Con l’aiuto di My English School Verona, Luca ha raggiunto il proprio traguardo personale: per questo motivo raccontiamo la sua storia, che fa parte della campagna #FATTO! e che trovi, insieme alle altre, nella sezione Esperienze MyES del magazine!
Ciao Luca! Dicci qualcosa di te: chi sei, cosa fai, dove vivi?
Mi chiamo Luca Dal Corso, ho 41 anni e vivo a Stallavena, un piccolo paese a nord di Verona. Sono sposato con Anna e ho due bambini, Giacomo di 10 anni e Giulia di 6. Mi sono laureato in Ingegneria Industriale e per 16 anni mi sono occupato di progettazione impiantistica. Poi la svolta: nel marzo 2014 un amico ha coinvolto me e altri due amici in quella che è l’avventura che stiamo portando avanti con estrema soddisfazione e un buonissimo successo. Dalla sua passione per i lievitati (panettoni/colombe) abbiamo costruito un’azienda: Infermentum. Siamo quattro soci, e in 5 anni (2015-2020) siamo cresciuti molto, tanto che ad oggi possiamo contare su un team di 29 persone nel periodo natalizio, e comunque una quindicina anche nei periodi extra ricorrenza.
Perché hai scelto di iniziare a studiare inglese con MyES?
Il fascino che ha sempre suscitato in me la lingua inglese è davvero grandissimo. A scuola non l’ho studiato bene e il mio mindset rispetto ad ora era ben diverso! Visto che quello di imparare l’inglese seriamente era nella mia lista delle cose da fare nella vita, sia per soddisfazione personale che per viaggiare, ho anche iniziato a studiarlo un po’ da autodidatta. Negli ultimi 8 anni sono stato 3 volte a Londra a vedere i Championships a Wimbledon (con l’esperienza della queue e del vivere l’ambiente di Wimbledon a 360°) e una volta a Edimburgo con la mia famiglia. In queste occasioni me la sono cavicchiata e mi sono fatto capire, ma il desiderio di impararlo bene è cresciuto in me ancora di più.
A inizio 2020 ho deciso di rivolgermi a My English School: mi sono messo in contatto con il proprietario della sede di Verona che mi ha mostrato la scuola e l‘innovativo metodo didattico, che ho ritenuto coinvolgente dal primo istante. Ho fatto il test per conoscere il mio livello di partenza (mi pento ancora di certi errori che ho fatto!) e, dopo un veloce colloquio con lo staff, sono partito!
Parlaci dell’obiettivo che sei riuscito a raggiungere grazie all’inglese imparato con MyES: qual era il tuo sogno? Come l’hai raggiunto?
Sono partito con un’idea.
Il mio obiettivo è quello di riuscire, un giorno, a parlare al telefono con una persona dall’altra parte del mondo senza alcun tipo di difficoltà di comunicazione, quindi capire e farmi capire bene. A distanza di 9 mesi non posso che essere soddisfatto del mio percorso fin qui. Sono una persona pignola e da me stesso pretendo sempre molto: quando decido di intraprendere un progetto per raggiungere un obiettivo sono diligente e impegnato; studio anche nel tempo libero e non ho mai saltato una settimana di lezione.
Rispetto ad inizio percorso riesco a guardare qualche serie tv in lingua originale (sottotitolata in inglese, per adesso), e al momento sto leggendo un libro in inglese (Open di Andre Agassi). In ufficio abbiamo addirittura istituito l’InfermEnglishDay: ogni mercoledì si parla inglese, con tutte le difficoltà del caso, ma è anche molto divertente! Devo ovviamente arricchire il vocabolario, migliorare la pronuncia – anche qui sono molto esigente con me stesso – e la fluidità nel parlato, devo imparare a “pensare in inglese”. È per questo che dubito che la mia esperienza con MyES si chiuda con il livello 9, che sto finendo… ma questo è uno spoiler! 😉
Cosa ti piace di MyES e perché la consiglieresti?
Ho la fortuna di aver sentito parlare di MyES da quando è nata, e mi ha sempre affascinato questo nuovo modo di fare scuola: senza banchi, senza sedie, senza libri, senza classi numerose. I salottini dove si tengono le lezioni ti mettono a tuo agio, gli insegnanti sono giovani e pazienti, e la cosa che provengano da varie parti del mondo e che quindi ti permettano di sentire i diversi accenti è davvero molto bello!
Devo spendere una parola per l’organizzazione dell’azienda MyES, perché in questo anno di estrema difficoltà ha dimostrato prontezza nel prendere di petto la problematica, non piangersi addosso e cercare e poi di trovare una soluzione. Quando a marzo a causa della pandemia tutti hanno dovuto chiudere, MyES si è organizzata in tempi rapidissimi tenendo le lezioni online con Zoom, che non hanno fatto rimpiangere quelle in presenza. Da imprenditore non posso che dire BRAVI per la gestione dell’emergenza e per l’organizzazione nella soluzione di un problema di “origine esterna”.
Che consiglio daresti per incoraggiare chi ha il tuo stesso obiettivo?
Uno solo, che vale per qualsiasi situazione: se è un obiettivo a cui si tiene bisogna avere il focus sempre su di esso. L’impegno e la dedizione permettono di raggiungerlo più rapidamente, più agevolmente, e con molta molta soddisfazione personale!