Fight Club, Ritorno al Futuro, Pulp Fiction, True Detective: il nirvana di ogni appassionato di cinema e serie tv che si rispetti! Ancora sotto shock, ho pensato: “Se davvero esiste qualcosa che è tutto questo e molto di più… devo vederla!”. Sto parlando di una serie uscita negli USA il 24 giugno di quest’anno e che ricalca le atmosfere di alcuni fra i più grandi cult (più o meno datati) del grande e del piccolo schermo: Mr Robot.
Uomini che odiano le donne
Il fatto che il regista del pilot fosse quel Niels Arden Oplev già regista del bellissimo Uomini che odiano le donne (ovviamente sto parlando della versione svedese e non dell’americanata uscita nel 2011) prometteva bene! Così, avendo a disposizione tre giorni di niente, ho esercitato il mio sport preferito: una maratona televisiva non-stop con qualche ora per mangiare, dormire e tutto il resto. Già mi leccavo i baffi all’idea di una Lisbeth Salander versione maschile.
Come Spiderman ma alla tastiera (e qui si spoilera!)
Invece di Lisbeth ho conosciuto Elliot, ingegnere informatico dalla doppia vita (un po’come Spiderman): durante il giorno è impiegato in un’azienda di sicurezza informatica; nel resto del tempo è una sorta di “vendicatore alla tastiera” (in altri termini un grosso impiccione) che, grazie alle sue doti di smanettone, riesce a scoprire i segreti più nascosti delle persone che gli stanno attorno. Tuttavia l’ingrediente segreto non è la straordinaria capacità di Elliot di ficcanasare nelle vite degli altri ma il fatto che questi è anche un sociopatico drogato e depresso, agitato continuamente da deliri e allucinazioni devastanti che combatte a colpi di morfina.
La routine del nostro eroe viene, però, sconvolta da Mr.Robot (Christian Slater) un anarchico insurrezionalista che cerca di introdurre il giovane nella F-society, un gruppo di hacker attivisti ispirato palesemente al movimento Anonymous. Questi sono impegnati in una lotta contro la E-society (Evil Society), multinazionale responsabile di un grave disastro ambientale in cui è rimasto ucciso anche il padre di Elliot.
Hacker di ieri
Oltre alle atmosfere allucinate e alle situazioni da incubo, c’è un’altra cosa che ha portato Mr Robot al successo: l’ambiente degli hacker e dell’hacking culture non è mai stato così reale, così vero (e non lo dico io, perché a malapena so aprire Word, ma i miei amici più nerd). Da un po’ di tempo, infatti, gli hacker sono entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo in veste di difensori dell’umanità.
Qualche esempio? Manomettere i semafori della città di New York è semplice: bastano uno smanettone e un pc! O, ancora, ti serve la mappa della Casa Bianca? Con uno smartphone, un hacker può scaricarla in pochi attimi e, perché no, sincronizzarla via wi-fi con tutti i dispositivi connessi all’interno di un’area di 10000 chilometri! Un aereo in avaria su Washington può essere pilotato a distanza da un hacker quindicenne seduto alla sua scrivania a Nuova Delhi. Ovviamente senza mouse e senza tastiera e attraverso un’interfaccia multicanale, multifunzione e multicolore!
Hacker di oggi
Immaginiamo, adesso, l’esatto contrario di tutto questo. Fatto? Bene. Questo è il mondo di Mr Robot: gli hacker veri sono poco affascinanti, poco televisivi, digitano stringhe di codici su uno schermo nero e sono ben lontani dall’avere il carisma patinato degli attori di Hollywood (a Hollywood, anche il nerd più sfigato, tolti gli occhiali, si trasforma in un figo da paura!).
Questa è la chiave del successo di Mr Robot: il realismo dell’hacking culture; quella che veramente vuole combattere e ribaltare l’ordine mondiale! Non è un caso se, infatti, il regista egiziano, Sam Esmail, si è ispirato alla Primavera Araba e ai recenti mutamenti nel suo paese d’origine: voleva scrivere una storia sul cambiamento e che fosse il più verosimile possibile. Insomma, doveva parlare di un hacker!
E anche i temi trattati sono del tutto attuali e realistici: si va dal problema dell’identità in rete alla questione ambientalista, passando per tutto ciò che riguarda la privacy online.
Sesso, droga e rock’n roll
Ti starai chiedendo: “Ma questo Mr Robot, ce l’ha un difetto? Anche solo uno? Magari piccolino!”. Vorresti almeno sentirti dire che la colonna sonora è una palla ma… niente da fare: la colonna sonora è davvero super! I momenti di tensione massima sono accompagnati dalla musica elettronica che, ossessivamente, sottolinea e incalza il ritmo della narrazione; i deliri di Elliot sono, invece, seguiti da una musica intima e onirica. La soundtrack è curata da Mac Quayle, già ingaggiato per capolavori quali Drive e American Horror Story. Non stupirti, quindi, quando sentirai susseguirsi a ritmo vertiginoso Nancy Sinatra, i sintetizzatori e la London Philarmonic.
Quindi, questo difetto?
Diciamoci la verità: un problemino c’è!
Se i due protagonisti sono ben caratterizzati e realistici, i personaggi secondari sono un po’ stereotipati e alcune situazioni risultano scontate: il figo di turno, il ciccione simpatico, la bellona tutta curve; oppure cattivi al limite dell’assurdo, crudeli e sadici fuori misura. Anche le citazioni e i riferimenti a pellicole cult sono prevedibili: i dialoghi interiori alla Taxi Driver, le atmosfere alla Fight Club, le situazioni surreali alla Pulp Fiction. Il tutto condito con immancabili scene di sesso esplicito e svolte narrative improbabili.
Quando arriverà in Italia?
Arriverà in Italia il 17 dicembre e credo che per molti appassionati (smanettoni, nerd, hacker ma non solo) sarà uno splendido regalo di Natale. Se non altro, fra un pandoro e l’altro, si risparmieranno l’ennesimo legal o medical drama!