I dati parlano chiaro, e lo fanno con ottimismo: nonostante la patina di incertezza che ancora caratterizza il contesto economico globale, gli esperti sono concordi nel prevedere per il prossimo biennio una crescita significativa dell’export italiano. A far ben sperare sono i numeri registrati nei primi sei mesi del 2021, nonché la sempre maggiore quota di imprese desiderose di affacciarsi sui mercati internazionali. Fra trend del passato e opportunità del presente, scopriamo perché la flessione segnata nel 2020 è un dato che possiamo archiviare e cosa aspettarci in vista di una ripresa economica che è già cominciata.
I numeri della ripresa
L’Italia non è nuova a un simile scenario: questo trend positivo si è già verificato di recente per ben 10 anni consecutivi, a tal punto che nel 2019 l’export del nostro paese ha raggiunto un peso pari al 31,7% del PIL nazionale, oltre che un saldo positivo della bilancia commerciale di 53 miliardi di euro.
Il report dell’Istituto del Commercio Estero racconta che la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali è stabile al 2,84%, ma dai numeri si scorgono importanti potenzialità: in 9 dei 15 mercati principali di import mondiale la quota italiana è inferiore alla quota di mercato media dei nostri prodotti nel mondo. Questo significa che l’Italia ha evidenti opportunità sia nei mercati internazionali di grandi dimensioni, come USA, Giappone e Canada, sia in mercati ad alta crescita come Cina, India e Corea del Sud.
Accanto a questo dato, un numero su tutti: oltre il 50% dell’export italiano in valore deriva dalle PMI, con una quota crescente di imprese che oggi si stanno confrontando con le sfide e le opportunità dei mercati internazionali.
E qui arriva la vera svolta: oggi più di ieri, le imprese sono chiamate ad indentificare e sviluppare profili professionali in grado di impostare e implementare la strategia e le attività dell’azienda sui mercati internazionali. Questa necessità tocca sia le imprese di carattere commerciale (export management, import management, E-commerce) che produttivo, e che possono esplicitarsi attraverso una presenza stabile nei Paesi obiettivo.
Mercati internazionali: quali skill per affrontarli?
Viene da sé che prerequisito per muoversi in questi contesti è un’ottima conoscenza della lingua inglese, o meglio una competenza linguistica che deve poter esser attivabile sia in ambiti trasversali, che specialistici.
Sul primo fronte le Office Skills e le Management Skills rappresentano il permission to play, così come la capacità di gestire Presentations e Negotiations efficacemente anche in inglese sono un altro must have. Altro elemento che fa la differenza per poter affrontare i mercati internazionali è il possesso di competenze più verticali, quali la capacità di saper produrre e comprendere documenti legali e il linguaggio del Diritto commerciale e del Diritto societario.
Per sviluppare queste capacità My English School ha creato dei percorsi formativi dedicati a tutte le figure che operano nei mercati internazionali. Si tratta di laboratori in lingua inglese che consentono di allenarsi tramite tanti role-play dedicati a vivere con successo le situazioni professionali più comuni in questi contesti: il passaporto linguistico per cogliere le opportunità che questo momento ci propone!
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