Le persone determinate coltivano grandi sogni e nella vita procedono per obiettivi: per raggiungere ciò che vogliono si dotano di strumenti adatti, studiano, lavorano e raramente si fermano. Alla fine, dopo sforzi e sacrifici, arrivano dove si erano prefissati e si godono il panorama… pronti a ripartire all’inseguimento di un nuovo obiettivo, di una nuova sfida! Questo è ciò che ha fatto Emma, giovane e talentuosa scout letteraria che, dopo aver portato brillantemente a termine il suo corso di inglese, è riuscita a fare il lavoro dei suoi sogni, a vivere all’estero e a scrivere il suo primo romanzo, L’Isola che brucia, edito da Rizzoli, presentato un paio di settimane fa presso la sede MyES di Roma in Via L. Bissolati,24. La storia di Emma è la storia di un’altra fra i tanti italiani all’estero che ce l’hanno fatta: vediamo come.
Un master a Londra, il lavoro dei sogni e un romanzo: così l’inglese ha cambiato la vita di Emma
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Ciao Emma! Raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, quanti anni hai e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Emma Piazza, vengo da Pavia, ho 30 anni e al momento lavoro come scout letterario. Dopo il liceo mi sono trasferita a Milano per studiare Lettere e successivamente mi sono spostata a Londra per la laurea specialistica. Ho vissuto 3 anni nella capitale britannica, dopodiché sono partita per Barcellona, città nella quale vivo da circa 4 anni.
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Emma, sei una dei tanti italiani all’estero per studio e lavoro: come ti trovi?
Vivo all’estero da circa 7 anni; sono state la voglia di vedere il mondo e il desiderio di nuove opportunità che mi hanno spinta per la prima volta a partire: da allora non mi sono più fermata! Quindi direi che sto bene e che sono soddisfatta della mia decisione.
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Quali sono stati gli step che ti hanno portata dove sei?
Sono partita per la prima volta nel 2009, quando frequentavo la triennale a Milano e già sapevo di voler fare un master a Londra. Studiavo l’inglese con l’idea di conseguire la certificazione IELTS, necessaria proprio per accedere a questo percorso formativo.
Sognavo da sempre di lavorare nel mondo dell’editoria, per questo mi sono trasferita in Inghilterra: per terminare gli studi. Londra era il posto migliore per “farsi le ossa” in questo settore.
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Hai avuto bisogno di documenti specifici per lavorare?
Muovendomi in Europa non ho avuto bisogno di particolari documenti. A Londra ho avuto necessità del National Number che però mi hanno rilasciato in seguito all’iscrizione al master; a Barcellona del NIE (Numero Identificativo Stranieri) che mi hanno rilasciato assieme al contratto di lavoro.
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Hai l’impressione che, rispetto all’Italia, dove sei adesso ci siano più possibilità lavorative?
Dipende molto sia dal luogo in cui ci si trova sia dal settore: per esempio per quanto riguarda il turismo, anche l’Italia offre diverse opportunità. In campo editoriale, invece, città come Londra hanno una marcia in più; per esempio la mia carriera è iniziata in seguito al master in Publishing alla City University of London.
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Qual era il tuo livello di inglese quando sei partita?
Il mio livello di inglese era molto molto basso e per accedere al master a Londra dovevo presentare un IELTS con punteggio 7. Ma non mi sono arresa: grazie all’aiuto di insegnanti qualificati e dopo una full immersion di sei mesi, sono riuscita a superare l’esame col punteggio richiesto! Tuttavia, una volta arrivata a Londra, mi sono resa conto di quanto il mio livello, soprattutto nella conversazione, fosse ancora basso: avevo a che fare con compagni e teacher madrelingua che utilizzavano un vocabolario davvero molto specifico.
[su_highlight background=”#cae5fa”]Lavorare o studiare in un ambiente madrelingua può essere complicato anche per chi ha studiato la lingua, ma non bisogna mai arrendersi perché gli obiettivi si raggiungono con sacrificio.[/su_highlight]-
Hai progetti per il futuro? Raccontaci del tuo libro…
Fare la scout letteraria mi permette di viaggiare molto; lavoro prevalentemente da casa per cui scelgo io dove vivere e in futuro vorrei continuare a scrivere e a viaggiare, magari vivere in diversi posti nel mondo. Attualmente sto presentando il mio primo romanzo, L’Isola che brucia, edito da Rizzoli e tradotto già in 3 paesi: è un thriller. Parla di una ragazza trentenne, Teresa, che ha appena scoperto di essere incinta di un bambino che non desidera e si reca in Corsica, terra della sua famiglia paterna, per ricevere una casa in eredità. Ma una volta sull’isola, Teresa rimane intrappolata in un incubo, su un’isola nella quale non sa più di chi fidarsi.
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Una cosa che ti piace del vivere a Londra/Barcellona e una cosa che non ti piace.
Amavo vivere a Londra e mi piaceva soprattutto per le buone possibilità lavorative che offriva nel mio settore: stando lì si ha l’impressione di essere al centro di qualcosa di grande! La cosa che mi piaceva meno? I prezzi… ma anche le dimensioni della città stessa che rendevano tutto un po’ più complicato.
Barcellona, invece, ha una qualità della vita nettamente migliore. Ma non mi piacciono le orde di turisti!
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Hai un suggerimento per i tanti italiani che sognano di vivere e lavorare all’estero?
Consiglio a tutti coloro che vogliono vivere all’estero di partire con un piano, di essere lungimiranti, di non risparmiarsi ma soprattutto di essere flessibili nel cogliere le nuove opportunità. E credo che i tanti italiani all’estero la pensino come me: tutti dovrebbero provare quest’esperienza nella vita, apre la mente e ci rende persone migliori!