Sei in trappola. In un bunker militare. Tu e i tuoi compagni siete bloccati. L’unica salvezza è scoprire il codice per ottenere la chiave d’accesso alla sala di controllo. E’ fondamentale per poter sventare un disastro nucleare. Potrai fare affidamento solo sulla logica e sul lavoro di squadra per risolvere gli enigmi e trovare una via di uscita.
Il tuo losco complice ha appena tranciato i cavi elettrici del sistema di allarme della Banca Centrale del Vaticano. Ora avete solo 60 minuti per capire come aprire la porta di sicurezza e rubare il più grande Tesoro del Papa. Hai a disposizione solo la tua furbizia e abilità nel decriptare gli indizi se non vuoi essere acciuffato e trascinato in prigione.
Stai partecipando alle operazioni di investigazione e ricerca della polizia scientifica. Con i tuoi colleghi dovrai trovare indizi laddove apparentemente non è stata lasciata alcuna traccia e addirittura violare il sistema di sicurezza del sito della CIA per poter risolvere il caso prima che sia troppo tardi. Avete solo 60 minuti e potete contare solo sulla vostra capacità di osservazione e deduzione per riuscire a capire cosa è successo.
Di cosa si tratta!?
Queste situazioni inverosimili non sono le idee per un nuovo reality show, ne’ per un nuovo video game. Sono solo alcuni dei temi proposti dai tanti live escape games che stanno sbucando come funghi in tutte le città del mondo e si stanno conquistando una fetta sempre più ampia del mercato dell’intrattenimento. Pensa a una sorta di video game reale, dove sei fisicamente e mentalmente dentro la storia. Funzionano così: tu e un gruppo di amici (il numero varia a seconda del gioco) entrerete in una stanza chiusa, arredata a seconda del tema scelto. La porta si chiuderà a chiave dietro di voi e avrete solo un’ora di tempo per risolvere degli enigmi, usando strumenti e indizi a vostra disposizione che dovrete trovare nella stanza. L’unico nemico in questi giochi, come avrai capito, è l’orologio!
Escape Plan Ltd
Abbiamo parlato con i proprietari di uno degli escape games di Londra, l’Escape Plan Ltd, aperto recentemente. Il tema è la seconda guerra mondiale, infatti la stanza dove vengono ‘rinchiusi’ i concorrenti è arredata con cimeli di guerra e decorazioni originali degli anni ’40, così da far sentire i partecipanti come trasportati indietro nel tempo. L’obiettivo del gioco è scappare da una caserma militare nella quale si è stati imprigionati. Uno degli oggetti dai quali partire per trovare la via di fuga è il diario di un prigioniero che è riuscito a scappare prima di voi e altri indizi nascosti nella stanza.
Come è nato il vostro progetto?
Eravamo alla ricerca di un’idea per avviare una nostra attività da tempo, ma negli anni abbiamo avuto molti spunti che non ci hanno però mai convinto fino in fondo. Stanchi del nostro lavoro ‘ordinario’, da pendolari, soprattutto dell’atmosfera sul lavoro, avevamo voglia di creare la nostra avventura lavorativa personale, con la nostra ‘etica aziendale’. L’idea di un escape game è arrivata partecipando ad uno di questi giochi, alimentata poi dalla consapevolezza che potevamo fare qualcosa di più e rendere l’esperienza più coinvolgente e profonda.
Perchè vi siete ispirati proprio alla seconda guerra mondiale?
Siamo affascinati dalla seconda guerra mondiale: è pazzesco pensare che quelle atrocità sono accadute così poco tempo fa, all’epoca dei nostri nonni e siamo molto grati al coraggio delle forze alleate. Viviamo in un tempo di pace (relativa) e dobbiamo solo ringraziare per questo. Ci piaceva l’idea di un’esperienza ambientata nella seconda guerra mondiale cosicché i nostri clienti potessero sentire i rumori, toccare gli oggetti con le proprie mani e vivere un viaggio nel tempo.
E’ necessario avere un’intelligenza superiore per uscire ‘vivi’ dalla vostra caserma?
Diciamo che non è tanto una questione di intelligenza o furbizia, bensì di attenzione ai dettagli… e non vi aiutiamo più!
Quanti ce la fanno?
Il dato sulla percentuale di riuscita ci ha lasciato un po’ perplessi! Mediamente, solo il 20% dei gruppi riescono a ricomporre il puzzle e ad uscire! E ve lo comunichiamo perchè sappiamo che da qualche parte ci sarà qualcuno di voi che pensa che quell’80% è composto da poveri babbei e che sarà invogliato a provare e magari farci sapere come è andata. Di questo 80% fanno parte anche Andrea e i suoi amici, che per preservare una supposta dignità, non vogliono che riportiamo nomi e cognomi!
Ora che sai che fate parte di un glorioso 80% dei partecipanti ti senti meno sfigato?
Si, grazie sto molto meglio.
Ci riveli il tuo cognome e di dove sei?
Giammai!
Ok, almeno dicci a quale gioco hai partecipato!
Ho partecipato ad uno dei giochi di Freeing Italy, a Campi Bisenzio in provincia di Firenze.
Come hai scoperto Freeing Italy?
L’ho scoperto tramite internet.
Ci sono dei requisiti per partecipare?
Requisiti minimi… direi una bella base di matematica e logica oltre a un budget piuttosto alto se si vuole proseguire il gioco!
Parlaci brevemente della tua esperienza: compiti, tema ecc.
Ho sperimentato due stanze, la prima stanza ambientata in una cella con tanto di sbarre vere, dove i clienti dovevano risolvere degli enigmi per aprire una serie di scatole con lucchetti che, a loro volta, svelavano indizi per aprire porte o altre scatole. La seconda stanza cambiava il tema ma la tipologia di enigmi da risolvere era sempre incentrata su lucchetti con combinazioni. Allo scadere del tempo, hai la possibilità di pagare un’altra ora e a quel punto ricevi un indizio come aiuto, noi l’abbiamo fatto con la prima stanza, senza aiuto era impossibile!
Cosa ne pensi?
Una situazione molto carina e originale, era la prima volta che spendevo cosi tanto per essere rinchiuso in una stanza, però devo dire che è stata un’esperienza che non scorderò mai.
La consiglieresti? Vale la pena?
La consiglio a tutti! Il gioco è veramente molto carino da provare in gruppo (massimo 5 persone perché altrimenti si crea una confusione di idee). Il personale è molto cordiale e paziente nello spiegare il funzionamento del gioco.
Quindi non partite scoraggiati, anche se il vostro gruppo non risolverà l’enigma, farete sicuramente una bella esperienza di gioco di squadra.
Il successo degli Escape Game
Gli Escape Games sono diventati velocemente molto popolari tra gli appassionati di videogiochi (come ci si poteva aspettare), ma anche come esercizio aziendale per la creazione di team affiatati. E’ inoltre in crescita l’apprezzamento da parte dei turisti delle città che ospitano questi particolari luoghi di intrattenimento, spinti dalla ricerca di un’esperienza unica e alternativa. Se questo tipo di divertimento arriverà a competere con le tradizionali attrazioni turistiche nessuno può dirlo, ma me la sento di pubblicizzarlo perché mi sembra un buon allenamento per il cervello e un buon modo di fare gruppo.